Nel Settecento, il giardino era molto più di uno spazio decorativo: rappresentava il perfetto equilibrio tra natura e arte.

Il giardino era un luogo in cui simmetria, prospettiva e botanica si univano per riflettere gusto, conoscenza e status. Dalle maestose Carpinate che ombreggiavano le passeggiate estive, ai giardini botanici con piante esotiche, fino ai ninfei e alle fontane che celebravano l’acqua come elemento vitale, ogni dettaglio era pensato per stupire e incantare.

 

La cura del verde diventava così un simbolo di armonia e raffinatezza, capace di elevare lo spirito e connettere l’uomo alla bellezza del mondo naturale.

Il Roseto

La spalliera di rose che abbraccia la vista sulla Valletta del Silenzio accoglie i visitatori con un’esplosione di colori e un profumo irresistibile. Un tempo, al posto delle rose, il muro e la balaustra della terrazza erano decorati da statue, come mostrano i delicati acquerelli di Elena Garzadori.

 

Davanti alla Palazzina, dove oggi si apre un grande ovale verde, un tempo si trovava un vero orto botanico: aiuole curate ospitavano piante esotiche, ognuna meticolosamente etichettata e classificata.

Il Ciacolesso

Il Ciacolesso era l’angolo del giardino dove la famiglia intratteneva gli ospiti con giochi, conversazioni e spettacoli. L’area quadrata è delimitata da un muretto, con al centro un pozzo.

 

La quinta scenica, che separa lo spazio dalla valle, serviva da sfondo per gli spettacoli e come struttura per giochi d’acqua. All’interno della struttura vi era un meccanismo che raccoglieva l’acqua piovana e la faceva sgorgare nel bacino di pietra, decorato con un bassorilievo di un roseto, simbolo dell’amore ideale.

Accanto al bacino, due sedili in pietra recano incisioni, tra cui il gioco della tria. L’affresco sulla parete mostra due code di delfini intrecciate, tre bambini seduti, un cagnolino su una scala e una giovane che osserva da un davanzale.

Le Carpinate

Il parco posteriore è un esempio perfetto di equilibrio e prospettiva, pensato per incantare chi lo ammira dalle finestre del salone o dalla terrazza.

 

Un elegante sentiero di ghiaia, incorniciato da due suggestive gallerie di carpino bianco, conduce dalla scalinata della Palazzina al Belvedere. Queste Carpinate, simbolo dei giardini barocchi formali europei, aggiungono un tocco di maestosità e ordine, trasformando ogni passeggiata in un’esperienza scenografica.

Il Belvedere

Nel cuore del parco posteriore, in posizione dominante, si erge il Belvedere, punto privilegiato per ammirare la villa e il giardino circostante. Qui si trova il ninfeo, l’area del parco dedicata all’acqua, con al centro una statua colossale di un tritone, divinità marina, a cavallo di un delfino e con un corno di conchiglia tra le mani.

Un tempo, questa era una fontana alimentata da una sorgente: l’acqua sgorgava dalla bocca del delfino e si riversava nella vasca, mentre il surplus veniva incanalato in una cisterna sotterranea.

Il grande Scalone

Lo scalone storico in pietra di Vicenza unisce armoniosamente i diversi livelli del giardino.

Al primo terrazzamento si trova l’ingresso alla grande cisterna sotterranea.

 

I due terrazzamenti affacciati sulla Valletta del Silenzio erano in passato coltivati con alberi da frutto. Durante la bella stagione, i viali profumati di agrumi in vaso invitavano a piacevoli passeggiate, mentre in inverno le piante venivano trasferite nelle serre per essere protette.