Venere, dea dell’amore, appare al figlio Enea e al suo compagno Acate, sbarcati, dopo una tempesta sulle coste africane e subito si allontana, portando con sé Ascanio. Cupido si incorpora in Julo che, insieme al padre, è accolto regalmente da Didone: tra i due nasce l’amore; sull’altra parete è Mercurio dai piedi alati che, quale messaggero degli dei, si presenta ad Enea, ordinandogli di lasciare Cartagine e di proseguire il viaggio verso il Lazio. Da Julo, che sposerà Lavinia, discenderà la “gens iulia”(Giulio Cesare ed il pronipote Augusto). Così i Romani discenderanno dai Troiani e la loro stirpe avrà origini reali e divine; in chiaro-scuro è dipinto Vulcano, dio del fuoco, che nella sua fucina sovrintende al lavoro dei suoi fabbri, che stanno forgiando le armi per Enea, alla presenza di Venere. Sul soffitto, andato parzialmente distrutto a seguito di un bombardamento sulla città nel 1944, era rappresentato il trionfo di Venere.