Con il suo stile maestoso e teatrale, Giambattista Tiepolo traduce questi racconti in immagini di straordinaria eleganza, immerse in una luce che esalta il movimento e la grandiosità delle scene.
Nel Salone di Ifigenia, le vicende mitologiche prendono vita in un tripudio di colori e dettagli, trasportando lo spettatore in un universo di eroi e divinità. Cieli luminosi, architetture immaginarie e figure idealizzate si intrecciano in un’armonia perfetta di grazia e potenza.
Nella Sala dell’Iliade, il rosa domina la scena, e l’Achille pensieroso, raffigurato su un falso basamento, sembra collegare il mondo reale a quello dei pigmenti.
Nell’Orlando Furioso, padre e figlio lavorano insieme: nel riquadro di Angelica e Medoro sotto la capanna dei contadini, le mani di Giambattista e Giandomenico si distinguono nettamente, regalando un dialogo unico tra due stili diversi.
Nell’Eneide, l’epica torna protagonista: sotto un pontile tipicamente veronesiano spicca il sontuoso broccato della regina Didone, in un gioco di dettagli raffinati.
Infine, nella sala dedicata alla Gerusalemme Liberata, la figura di Rinaldo, proiettato verso il futuro ma con il volto rivolto ad Armida, diventa una perfetta metafora della vita: sempre tesa al domani ma inevitabilmente legata al passato.