Il Veneto è la regione italiana che più è caratterizzata dalla presenza di numerose e splendide Ville Patrizie, volute da una classe sociale dominante aperta alla cultura umanistica, sensibile alla bellezza dell’arte, ma contemporaneamente attenta amministratrice diretta di vaste proprietà agricole. Quando nel 1543 Costantinopoli cade sotto il dominio dei Turchi, rendendo poco sicuro il Mediterraneo e difficili gli scambi mercantili della Repubblica di Venezia, il patriziato mercantile veneto investe i suoi capitali nell’acquisto di proprietà e terreni in terraferma. Con questa trasformazione economica nasce una vera e propria “Civiltà di Villa”: l’edificio signorile, circondato dai rustici con le stalle, i fienili, le abitazioni dei contadini, i mulini e i granai, diventa il centro produttivo dove operano i “massari” ma anche luogo di villeggiatura e di raffinati incontri culturali.
Vicenza e la sua provincia dal 1400 al 1700 si arricchiscono di splendide dimore prima in stile gotico-lagunare, poi classico-rinascimentale, progettate da grandi architetti, quali Sanmicheli, Palladio, Scamozzi, Muttoni e Massari.
Le Ville Venete sono tutte caratterizzate dal rapporto armonico che possiedono con il paesaggio circostante, con il quale dialogano in una serie di chiaroscuri dovuti alle superfici bianche che riflettono la luce solare e alle ampie finestre e ai leggiadri “Porteghi” dove si addensano le ombre.
Sono circa 3000 le Ville presenti in Veneto e 800 si trovano nella sola Provincia di Vicenza. Molte di queste Ville vertono purtroppo in uno stato di abbandono e degrado e pertanto non sono visitabili
Di seguito, elenchiamo alcune delle Ville più celebri della nostra Regione.
Ville del Palladio - 1500: Villa Barbaro a Maser (TV), Villa Emo a Fanzolo di Vedelago (TV), Villa Badoer a Fratta Polesine (RO), Villa Foscari detta “La Malcontenta” a Mira (VE).
Ville Palladiane - 1700: Villa Da Porto a Montorso Vicentino (VI), Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (PD), Villa Pisani a Strà (VE), Villa Foscarini Rossi a Strà (VE).
Le Ville del Tiepolo sono quelle Ville situate nel territorio vicentino, ove Giambattista Tiepolo ha lavorato in stretto rapporto con l’architetto/i della Villa (Francesco Muttoni in Villa Zileri e Villa Valmarana, Giorgio Massari e Francesco Muttoni in Villa Cordellina). Non è compresa in questo elenco Villa Pisani a Strà in quanto il Tiepolo arriva a lavori architettonici ultimati solo per decorare il soffitto del salone da ballo. La presenza del Tiepolo è talmente radicata nel nostro territorio che, se i nomi degli architetti delle Ville vennero dimenticati in passato per essere recuperati solo in un momento successivo, il suo nome viene da sempre invece ricordato. Giambattista Tiepolo è infatti considerato da tutti gli studiosi più celebre affrescatore del XVIII secolo.
Elenchiamo di seguito e in ordine cronologico le Ville affrescate da Giambattista Tiepolo: Villa Motterle Zileri (1734), Villa Cordellina Lombardi (1743) e Villa Valmarana ai Nani (1757). Villa Valmarana ai Nani è l’unica Villa in cui il figlio Giandomenico lavora a fianco del padre.
Villa Motterle Zileri - Monteviale
Villa Motterle Zileri sorge alle porte di Monteviale. Nel 1436, la nobile famiglia dei Loschi, una delle più antiche e rinomate di Vicenza, ottiene in concessione dai monaci benedettini l’area di Monteviale ai piedi di Colle San Giorgio. Nel corso dei secoli, alcuni grandi maestri disegnano lo sviluppo della Villa, rendendola un vero e proprio gioiello architettonico. L'architetto Carlo Borella, già progettista dell’ampliamento della Basilica di Monte Berico, nel Seicento ridefinisce l’impianto del nucleo centrale e degli annessi. Francesco Muttoni e Ottone Calderari, massimi interpreti del neo-palladianesimo, firmano gli sviluppi settecenteschi.
Nel 1734 il nuovo salone delle feste viene impreziosito dai colori e dalla brillantezza degli affreschi di Giambattista Tiepolo. Il ciclo degli affreschi che decorano Villa Zileri si colloca nella prima maturità del percorso artistico di Giambattista. Il committente degli affreschi Niccolò Loschi desiderava celebrare il riconoscimento pubblico del titolo dei conti ottenuto dalla famiglia nel 1729.
Infatti, le due figure principali del percorso iconografico sono rappresentate dalla Nobiltà e dal Merito: due finte statue dipinte a monocromo, appoggiate sopra di un piedistallo all’interno di una nicchia dorata, aprono l’intero percorso. Le allegorie che sono affrescate sulle pareti delle stanze successive, seguono un unico principio: la Nobiltà si riferisce al riconoscimento ottenuto, mentre il Merito si collega ai titoli, che vanno connessi all’esercizio di virtù. Tutte le figure allegoriche incarnano i concetti intellettuali e morali, a cui doveva ispirarsi il vivere pubblico e privato di una famiglia nobile nel Settecento.
Villa Cordellina Lombardi - Montecchio Maggiore
Villa Cordellina venne progettata dal architetto veneziano Giorgio Massari tra il 1735 e il 1760 per conto dell'avvocato veneziano Carlo Cordellina Molin che aveva ereditato dallo Zio Molin una vecchia casa a Montecchio Maggiore, oltre che un ingente patrimonio economico. Carlo aveva sposato Giulia Zanchi, una signora brillante e molto intelligente, legata al Senato della Repubblica di Venezia, che voleva valorizzare il nome della famiglia Cordellina promuovendo vivaci feste all’interno della Villa e invitando a soggiornarvi i personaggi più importanti della nobiltà veneziana.
Lo studio, il progetto e la realizzazione della villa furono inizialmente attribuiti a vari architetti, fra cui il Calderari, il Borella e il Muttoni, ma la paternità del corpo centrale della Villa è stata oggi assegnata senza alcun dubbio a Giorgio Massari, con una probabile partecipazione al progetto, per quanto riguarda le due ali laterali dell'architetto Francesco Muttoni, che amava coniugare nei suoi edifici architettura barocca e tradizione palladiana.
I due architetti diedero vita ad una splendida villa di campagna, con un corpo centrale, due giardini (anteriore e posteriore) e due corpi laterali annessi detti anche barchesse dallo stile classico e armonioso. La barchessa di sinistra ospitava un tempo le Scuderie, mentre quella di destra la Foresteria; nella parte posteriore della Villa invece vi erano i rustici e con due torrette ai lati.
Carlo Cordellina affidò la decorazione del salone centrale a Giambattista nel 1743. I temi degli affreschi alle pareti esaltano le virtù della moderazione e della clemenza: i due condottieri raffigurati vittoriosi si lasciano infatti guidare dalla Ragione disprezzando il cieco istinto che esige la schiavitù dei prigionieri di guerra. L'affresco del soffitto, raffigura l’allegoria dell’ “Intelligenza che trionfa sull’Ignoranza”. Nella parete destra, Tiepolo dipinse una scena tratta dalla storia greca: “La famiglia di Dario ai piedi di Alessandro Magno”. Nella parete sinistra è rappresentata invece una scena tratta dalla storia romana: “La continenza di Scipione l’Africano”.